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Cosa crediamo

ALTRIMENTI – Laboratorio Cristiano Contemporaneo


Crediamo che come cristiani siamo chiamati a impegnarci per il bene della nostra città. Questo è ciò che Dio richiedeva al suo popolo esiliato (!) a Babilonia: “Costruite case e abitatele; piantate giardini e mangiatene il frutto; prendete mogli e generate figli e figlie; prendete mogli per i vostri figli, date marito alle vostre figlie perché facciano figli e figlie; moltiplicate là dove siete e non diminuite. Cercate il bene della città dove io vi ho fatti deportare, e pregate il Signore per essa; poiché dal bene di questa dipende il vostro bene.” (Geremia 29: 5-7)

Crediamo infatti che il Vangelo non riguardi solo la sfera spirituale delle nostre vite, ma che sia un messaggio globale e così potente da trasformare e rinnovare realmente ogni ambito dell’esistenza umana.

Come cristiani evangelici, crediamo nei 5 punti che seguono, conosciuti come i “5 sola della Riforma”. Essi costituiscono i punti fondamentali del pensiero teologico del Protestantesimo, il suo cuore stesso, i criteri che ne definiscono l’identità.

Sola Scriptura: è la dottrina che afferma come Dio abbia rivelato autorevolmente la Sua volontà attraverso gli scritti della Bibbia e che essa soltanto sia regola ultima della fede e della condotta del cristiano. Ispirata da Dio, l’insegnamento della Bibbia è considerato sufficiente di per sé stesso e sufficientemente chiaro ed accessibile a tutti nelle sue linee essenziali per portare una persona a conoscere la via della salvezza dal peccato attraverso la persona e l’opera di Cristo. “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Timoteo 3:16-17). Benché il Protestantesimo comprenda diverse scuole di pensiero, abbia le proprie tradizioni, come pure teologi ed interpreti di fiducia, nessuna di queste le considera assolute o indispensabili, ma sempre discutibili e da sottoporre al vaglio critico della Scrittura. Nessuna tradizione, nè Magistero ufficiale, nè concilio può essere affiancato alla Bibbia in termini di autorità.

Sola Fide: indica la dottrina per cui la giustificazione (interpretata nella teologia protestante come: “essere dichiarati giusti da Dio”), è ricevuta unicamente per fede, sulla base della fiducia nelle promesse dell’Evangelo, ed è Cristo che l’ha guadagnata per noi. Questo esclude che la giustificazione ed i benefici della salvezza possano essere ricevuti attraverso le opere o i meriti. Essi sono solo frutto delle opere giuste e dei meriti di Cristo a nostro favore accolti per fede. Il peccato (cioè la separazione da Dio, la tendenza dell’uomo ad esaltare se stesso e a vivere in autonomia da Lui), infatti, contamina l’uomo al punto che qualunque opera per quanto buona sarebbe del tutto insufficiente ai fini della salvezza. Le buone opere sono, semmai, il risultato della salvezza e della trasformazione che Dio, attraverso lo Spirito Santo, opera in coloro che si affidano a Lui. Questa dottrina afferma, così, la totale esclusione, nella giustificazione del peccatore, di qualsiasi altra “giustizia” o meriti (propri o altrui) se non quelli conseguiti da Cristo soltanto. Essa è iustitia aliena, la giustizia “di un altro” (Cristo) accreditata al credente. Non quindi, le nostre opere o cerimonie religiose sono funzionali alla salvezza, ma solo la fede in Cristo, la nostra adesione incondizionata a Lui e la rinuncia a qualsiasi nostra pretesa o merito.

Sola Gratia: indica la dottrina per la quale la salvezza dalle fatali conseguenze del peccato è possibile solo mediante un sovrano atto di grazia di Dio, non qualcosa che il peccatore possa meritarsi. La salvezza, quindi, è un dono immeritato. L’unico “attore” nell’opera della salvezza è Dio. Essa non è in alcun modo il risultato di cooperazione fra Dio e l’essere umano che ne è coinvolto. “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

Solus Christus: indica la dottrina secondo cui Cristo è l’unico Mediatore possibile fra Dio e l’essere umano e che la salvezza dalle conseguenze del peccato è possibile solo attraverso di Lui. Questa dottrina respinge l’idea che vi possano essere altri personaggi (vivi o morti) oltre a Gesù Cristo, attraverso i quali si possa ottenere salvezza davanti a Dio: non esistono, cioè altre vie che portino a Dio, come Gesù stesso ha affermato: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6) e come conferma il Nuovo Testamento: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Nessuna altra mediazione, al di fuori di Cristo, può essere proposta ai fedeli: nè Maria, nè i santi, nè i sacramenti, nè i sacerdoti. “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1Timoteo 2:5).

Soli Deo Gloria: indica la dottrina per la quale si afferma che solo Dio è degno di ogni gloria ed onore. Nessuno può vantarsi d’alcunché o accampare meriti suoi propri, come se un qualsiasi bene provenisse da lui.“…poiché in lui sono state create tutte le cose che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Colossesi 1:16). A Dio soltanto ed al Suo Cristo, afferma questa dottrina, deve andare la gloria per la salvezza, per la fede, e per le opere buone eventualmente compiute. “Così parla il SIGNORE: «Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio», dice il SIGNORE” (Geremia 9:23-24). Il Soli Deo gloria si contrappone così all’esaltazione di una qualsiasi creatura o prodotto umano, quale che sia la sua elevata condizione, che deve essere così considerata idolatria. Non ci sono quindi “santi”, autorità religiose o civili, ideologie o realizzazioni umane che possano vantare alcunché di per sé stesse, perché tutto ciò che hanno e sono deriva da Dio, al quale solo va rivolto il culto, la lode, le preghiere. A nessuno è lecito di “essere elevato alla gloria degli altari”. Al riguardo del Cristo la Scrittura dice: “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”(Filippesi 2:9-11).